AD ASTRA

CINEMINO In Genova

MUSICARELL O))) 16 Guido Möbius live



AD ASTRA – Cinemino in Genova
INGRESSO RISERVATO AI SOCI CON TESSERA ARCI 25/26
È possibile fare richiesta online via App ARCI o direttamente al circolo.



h2000
proiezione
B-Movie: Lust & Sound in West Berlin di Hoppe, Maeck, Lange
documentario musicale, Germania, 2015, 91’, V.O. ing/ted sott.ita

h2130 live

Guido Möbius
(Karaoke Kalk – Berlino GER)
abstract pop

Prima volta a Genova per un artista storica delle evoluzioni folktroniche berlinesi più ballabili di questo nuovo millennio. Guido Möbius porta il suo show a cavallo tra la perfomance, il djset e il live looping più estremo sul nostro sgangherato palco modulare. In apertura un documentario sulla scena berlinese nei primi anni ’80 che ha influenzato tutto, dal rock all’elettronica, alla fine del secolo scorso.

Guido Möbius
(Karaoke Kalk – Berlino GER)
abstract pop

info: Gli ascoltatori che hanno conosciuto la musica di Guido Möbius esclusivamente attraverso i suoi album rimangono sorpresi quando assistono a uno dei suoi concerti. Ciò è dovuto principalmente al fatto che Möbius non cerca in alcun modo di tradurre i brani dell’album in una performance dal vivo. Al contrario: con l’aiuto della sua chitarra, della sua voce, di una tromba e di numerosi pedali effetti, crea una musica altamente energica, a metà strada tra umorismo e ipnosi. Un altro elemento che rende le sue esibizioni così speciali è la sua interazione spontanea con il pubblico. Möbius invita sempre il caso a essere suo complice. Sul palco Guido Möbius è circondato dai suoi effetti collegati in serie che controlla come in trance. Ogni fase della creazione della sua musica è pubblica: quando Möbius attiva uno dei suoi pedali, il pubblico è testimone di questo processo e del suo risultato. Nulla viene concepito misteriosamente dietro gli schermi dei laptop. La musica di Möbius nasce davanti agli occhi (e alle orecchie) del suo pubblico. Questo spiega gran parte del fascino delle sue performance. L’altra parte (e forse anche maggiore) deriva dai cambiamenti che la sua musica subisce, che non mancano mai di sorprendere il pubblico.

Nei suoi live set Möbius crea delicati collegamenti tra sperimentazione, techno artigianale, funk, pattern poliritmici, acid, rumori strani e musica gospel. Passaggi preparati metodicamente e improvvisazione si combinano in un set coerente, e Möbius gestisce l’energia al volo. Fallimenti e ripartenze sono compagni costanti e fonti di ispirazione. A volte, Möbius accumula loop di suoni vocali, di tromba o di chitarra in un potente ronzio la cui gravità viene interrotta bruscamente da un ritmo incalzante o da un coro gospel. È diverso ogni volta. Guido Möbius è uno di quei musicisti che si riconoscono immediatamente dal loro sound. E questo indipendentemente dal genere musicale che Möbius sta proponendo o dagli strumenti e dallo stile che sta utilizzando. La sua arguzia, la sua sobrietà, la sua ricchezza di idee e il suo dialetto musicale molto personale attestano la sua paternità. Se Möbius manda in viaggio uno dei suoi brani, non si sa mai dove quel viaggio potrà finire. Ed è estremamente divertente seguire le sue mutazioni musicali. Il musicista berlinese padroneggia l’arte di inserire sottilmente suoni radicali e di mantenere un brano nel suo flusso anche con i colpi di scena più inaspettati.

Non penso di esagerare se dico che Guido Möbius sia una delle personalità più (musicalmente) schizzate e schizoidi che mi sia ritrovato ad ascoltare. La Germania, d’altronde, è il regno dove tutto si mischia. Ricordate quei bellissimi anni nel quale il dogma imperante – indietronica/folktronica – dominava su ogni altro genere conosciuto sul globo terracqueo? Bene, quello era un mix di pop, folk, indie, glitch, elettronica e di tutto e di più. (…) Möbius viene da quel mondo lì – non a caso da oltre 10 anni continuano le collaborazioni con F.S. Blumm, uno che è di casa a Morr Music e che ha fatto un disco con Nils Frahm, giusto per ribadire il meltin pot – e, nonostante le evidenti differenze rispetto agli esordi, non se ne è mai totalmente staccato. Nei suoi album potete ritrovare delle ouverture da pura musica classica, beat che più neri non si può, tifoni impazziti di rumore bianco, indie pop candidissimo che nemmeno in Svezia, future jazz a pioggia e chissà che altro. In sintesi: tutto e il contrario di tutto. A ribadire che quel mondo là non è scomparso.” KYÖSTI VÅINIØ – Zero.eu

Ispirato dai suoi live set, dove, con spirito libero, ama spesso giocherellare con ritmiche funk, raffiche noise e palpitazioni techno, su “Gebirge” Möbius sintetizza un micro-universo di sonorità dissonanti, timbriche ispide o caustiche e ibridi arditi di colto ardore e seriosa nonchalance popular. Il risultato è di una freschezza disarmante, soprattutto se si analizzano, con cura, le diverse prospettive da cui traggono origine questi materiali che potrebbero aver trovato il punto di contatto tra le bizzarre alchimie dei Flying Lizards e le segmentazioni post-moderne di Bernard Bonnier. (…) Un invito a nozze per quanti adorano la seduzione del rocambolesco…” Francesco Nunziata – Ondarock


B-Movie: Lust & Sound in West Berlin di Hoppe, Maeck, Lange
documentario musicale, Germania, 2015, 91’, V.O. ing/ted sott.ita

C’è Blixa Bargeld, magro come un chiodo, che fa ubriacare la gente al bar “Risiko”, e un Nick Cave dall’aria seria che colleziona “German Gothic” su una parete della sua stanza in un appartamento di Berlino. La fredda Gudrun Gut sta fuori dal “Dschungel” contando il numero di club in cui si può andare alle due del mattino, e “Tödliche Doris” canta in una Potsdamer Platz poco ospitale. E da qualche parte tra il Muro e le barriere, i vecchi edifici e quelli nuovi, con Mania D e Westbam c’è Mark Reeder da Manchester. Attratto dal suo amore per la musica elettronica urbana fuori dagli schemi, questo musicista britannico, produttore discografico e feticista militare è arrivato a Berlino alla fine degli anni Settanta, dove apparentemente – e fortunatamente! – tutto ciò che ha vissuto è stato filmato. Con le sue numerose immagini e il materiale audio raccolto da Jörg A. Hoppe, Klaus Maeck e Heiko Lange, B-Movie: Lust and Sound in West-Berlin è un documentario e una dichiarazione d’amore allo stesso tempo. Un incontro caloroso ma devastante con se stessi per tutti coloro che ne hanno fatto parte. E decisamente illuminante per tutti coloro che sono arrivati dopo e sostengono di sapere dove si divertivano gli orsi di Berlino, o addirittura osano affermare che le cose hanno cominciato a cambiare solo nel 1990.