AD ASTRA

CINEMINO In Genova

ṣumūd ġazāra #2 A Fidai Film


di Kamal Aljafari
Documentario, Palestina-Germania-Qatar-Brasile-Francia, 2024, 78′

Venerdì 28 febbraio 2025 h2100

Durante l’intervento militare israeliano in Libano nell’estate del 1982, l’esercito sequestrò la collezione d’archivio di foto e filmati del Palestine Research Center di Beirut. Kamal Aljafari reclama queste immagini, che sono state conservate dall’esercito israeliano e dal Ministero della Difesa, sventando questo tentativo di cancellare un popolo privato della propria memoria visiva.

 A Fidai Film (fidai è il singolare di fedayn) vuole dar luogo a un contro-racconto di questa perdita, realizzando una forma di sabotaggio cinematografico nel tentativo di recuperare e ricomporre le tracce rubate della storia palestinese.

Aljafari ha documentato non solo le prove della sua patria sottratta ma anche un nuovo modo di filmare un cinema del tutto inedito – il cinema dei negativi, le cui luci e ombre vengono per così dire rovesciate. Ciò che gli israeliani hanno messo in risalto, lui lo oscura; ciò che hanno relegato sullo sfondo, lui lo mette in primo piano. Ciò che loro mostrano, lui lo sabota, e ciò che nascondono lui rivela»
Hamid Dabashi

Kamal Aljafari is the most prolific and ennovative Palestinian filmmaker working today. His work has been shown at film festivals such as the Berlinale, Locarno, Viennale and Rotterdam. and museums such as the MoMA and Tate Modern


ṣumūd ġazāra è la rassegna di Ad Astra dedicata alla situazione della Palestina.
Abbiamo scelto film e collaborazioni che, speriamo, ci aiutino a fare chiarezza sulla situazione e che ci permettano di trovare un linguaggio comune sulle posizioni in merito a quanto sta accadendo.

Abbiamo accostato i due termini ṣumūd e ġazāra in maniera totalmente spontanea, come invito al dar la maggior voce possibile alla pratica resistente del popolo palestinese, precedente al genocidio in corso da parte dell’esercito israeliano.
Il termine ṣumūd vuol dire fermezza o perseveranza, ma anche resilienza o resistenza e viene spesso usato per rappresentare un valore culturale, un tema ideologico e una strategia politica palestinese emersa a seguito della Guerra dei Sei Giorni del 1967 tra il popolo palestinese come conseguenza della sua oppressione e della resistenza che ha ispirato.
L’etimo di ġazāra, invece, lo conosciamo bene e, nella sua traduzione italiana gazzarra lo abbiamo scelto come nome della nostra webradio nel 2012, e, dall’originale significato di mormorio, è passato a rappresentare una strepitosa dimostrazione di giubilo o fastidio, sottolineata da rumori percussivi e urla collettive.

Grafica by Federica Romani
Immagine di copertina del Palestinian Museum Digital Archive https://palarchive.org/