Lo schermo televisivo è la retina dell’occhio della mente. Di conseguenza, lo schermo televisivo è parte della struttura fisica del cervello. Di conseguenza, tutto ciò che appare sullo schermo televisivo emerge come una cruda esperienza per coloro che guardano. Di conseguenza, la televisione è la realtà e la realtà è qualcosa in meno della televisione.
Sabato 2 Novembre 2024
h2100
Videodrome
David Cronenberg, 1983, 89 minuti
Versione Originale inglese con sottotitoli in italiano
Ingresso con tessera ARCI 2024/2025
Pre-tesseramento obbligatorio su APP mobile di ARCI o su richiesta ai nostri contatti
Sabato 2 novembre, alle ore 21.00, il Cinemino AD ASTRA sarà teatro del miracolo catodico: la videoparola che si fa carne. Videodrome (1983), capolavoro di David Cronenberg, torna a perturbare la sala con le sue allucinazioni di una realtà fagocitata e mutata dalla televisione, tratteggiando quella che potrebbe essere la prossima fase nell’evoluzione dell’uomo come animale tecnologico.
La videoparola che si è fatta carne – Max Renn, proprietario di una piccola emittente televisiva che trasmette programmi violenti e pornografici, è alla ricerca di nuovi eccitanti contenuti per il suo palinsesto. Finisce così per imbattersi in Videodrome: un misterioso segnale tv che veicola immagini estreme di tortura, morte e depravazione. Max ne intuisce subito le potenzialità commerciali ma, indagando, scopre che Videodrome potrebbe avere effetti radicali sulla mente e sul corpo dello spettatore. Lui per primo.
Videodrome viene concepito e realizzato in anni in cui la fruizione della tv è un momento centrale nella quotidianità di tutti. La televisione si appropria della realtà e la trasforma in un’esperienza nuova e diversa, una sorta di realtà “aumentata” e gravida di stimoli che pongono il pubblico in uno stato di costante sovreccitazione. Si immagina che il segnale Videodrome possa persino mutare il cervello dello spettatore, rendendolo capace di generare un’allucinazione totalizzante. Sarà questa la fase successiva nell’evoluzione dell’uomo come animale tecnologico: le video-allucinazioni diventeranno carne e le persone adotteranno per sé nomi speciali, studiati con cura perché suonino bene nella dimensione catodica.
Oggi, nella vita di molti la televisione ha perso l’importanza di un tempo, eppure gli spunti e le suggestioni di cui è ricco Videodrome continuano a sorprendere se rapportati ai nuovi media, anche per la lungimiranza di certe intuizioni. Da questo punto di vista, le tematiche pregnanti della poetica di David Cronenberg (in primis, l’alterazione biologica e psicologica) risultano profondamente radicate nella contemporaneità e il film ne rappresenta un fulgido esempio. La potenza e l’attualità di questa visione risiedono, tra l’altro, nell’assenza di un filtro moralistico: al netto di alcuni elementi di sottile satira, infatti, Videodrome è esso stesso l’allucinazione di una realtà altra, dei suoi abissi sensoriali e delle sue sconvolgenti possibilità – Lunga vita alla nuova carne!