AD ASTRA

CINEMINO In Genova

The Thing

Io so di essere umano. E se voi, tutti, foste una di quelle cose mi attacchereste subito. Quindi alcuni di voi sono ancora umani. Questa cosa non vuole mostrarsi, vuole nascondersi dentro un’imitazione. Combatterà, se necessario, ma è vulnerabile quando esce allo scoperto. Se si impadronisce di noi non avrà più nemici, nessuno che possa ucciderla. E allora avrà vinto”

Sabato 30 Novembre 2024

h 21.00

La cosa

John Carpenter, 1982, 109 minuti

Versione originale inglese con sottotitoli in italiano

Ingresso con tessera ARCI 2024/2025

Pre-tesseramento obbligatorio su APP mobile di ARCI o su richiesta ai nostri contatti

Sabato 30 novembre, ore 21.00, un orrore extraterrestre si insinuerà all’interno del Cinemino AD ASTRA, assimilerà le forme di vita con cui verrà a contatto e ne prenderà le sembianze. “Chi è umano e chi no?” diventerà presto una domanda cruciale per la propria sopravvivenza. Tutto questo è La cosa di John Carpenter: tensione, claustrofobia e paranoia.

Antartide, 1982. Un cane corre attraverso l’immensità innevata mentre qualcuno, a bordo di un elicottero, tenta di abbatterlo sparandogli dall’alto. L’inseguimento termina tragicamente nei pressi di una base scientifica americana, davanti agli occhi sgomenti dei ricercatori lì in servizio. Ma è solo l’inizio: qualcosa si è insinuato nella base e presto gli americani si ritrovano preda di un’entità ostile che può assorbire i loro corpi e assumerne le fattezze. Capire chi è umano e chi no diventa allora di fondamentale importanza, perché da ciò dipende la sopravvivenza propria e, forse, dell’intera umanità.

La cosa è un film tutto costruito sull’incertezza. Si tratta, in prima battuta e in senso strettamente narrativo, dell’incertezza provata dai protagonisti che, isolati dal resto del mondo, devono confrontarsi con una minaccia dalla natura ingannevole. Nessuno sa di chi potersi davvero fidare e la paranoia finisce così per dilagare. L’esperienza dello spettatore, poi, è di analogo tenore, perché il quadro d’insieme gli è sempre negato: chi sia la “cosa” non è mai del tutto anticipato al pubblico ma viene scoperto di pari passo alle indagini dei personaggi; di questi ultimi, per giunta, si sa poco o nulla, il loro carattere emergere solo con lo svolgersi degli eventi e perciò risulta arduo credere fino in fondo a qualcuno di essi. In definitiva, questa dimensione trasversale fa sì che l’incertezza assurga a nucleo tematico del film, traducendosi in una concezione cupa e pessimista dei rapporti umani.

La potenza espressiva della pellicola risiede tanto nelle scelte di sceneggiatura quanto nell’attenta regia di John Carpenter. L’approccio alla materia è sobrio ed essenziale. Infatti, i molti personaggi (una dozzina) sono delineati con pochi tratti, semplici ma efficacissimi. La narrazione, anche nei passaggi più ambigui, non è mai confusa e colma i propri vuoti grazie a un ritmo incalzante che rimanda le domande a riflessioni post-visione. Non da ultimo, gli effetti speciali pratici, animati da una fantasia quasi lovecraftiana, sono messi in scena con una maestria che li sottrae al grottesco e li eleva a imperitura fonte di orrore.