Unitevi a noi per Queer Cinema for Palestine (QCP) – No Pride in Genocide, un innovativo evento cinematografico globale co-organizzato dalla Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) insieme a centinaia di gruppi partner in tutto il mondo.
QCP 2025 prevede più di 100 proiezioni in più di 30 Paesi in tutto il mondo, dalla Cina all’Ecuador, di un programma di cortometraggi stellari, curati collettivamente, per tutto il mese di giugno 2025.

Il programma QCP 2025 si concentra sul lavoro di artisti queer, palestinesi o sostenitori della causa, attraverso i luoghi, la Palestina storica e la diaspora, le identità, le durate, gli stili e i generi (doc-ibrido, sperimentale, fiction e animazione) per evidenziare la posizione dell’arte nella resistenza e nella lotta per la liberazione.
Abgad Hawaz, Robin Riad, 1min, Canada (2024)
Out of Gaza, Seza Tiyara Selen, Jannis Osterburg, 9min, Germany (2025)
Blood Like Water, Dima Hamdan, 14min, Palestine (2023)
a tangled web drowning in honey, Tara Hakim & Hannah Hull, 9min, Canada (2023)
Aliens in Beirut, Raghed Charabaty, 16min, Lebanon, Canada (2025)
Palcorecore, Dana Dawud, 8min, Internet footage from Palestine (2023)
I never promised you a Jasmine Garden, Teyama AlKamli, 20min, Canada (2023)
Don’t take my joy away, Omar Gabriel, 7min, Lebanon (2024)

Queer Cinema for Palestine è nato come spazio etico alternativo per regist* che si sono ritirat* o rifiutat* di mostrare i loro lavori al TLVFest LGBTQ Film Festival, sponsorizzato dal governo israeliano. Negli ultimi sei anni, centinaia di regist* hanno mostrato la loro solidarietà in risposta all’appello al boicottaggio lanciato da queer e trans palestinesi. Mentre Israele continua il suo genocidio e la pulizia etnica a Gaza, in Cisgiordania e in tutta la Palestina storica, noi condanniamo questa violenza e siamo solidali con la popolazione palestinese.

Israele continua a tentare di strumentalizzare le nostre identità di persone queer e trans per giustificare il suo genocidio contro la popolazione palestinese, compreso l’omicidio, il ricatto e l’imprigionamento queer e trans palestinesi. Di conseguenza, il nostro festival si svolgerà nel giugno 2025, il mese in cui si celebra il Pride in molti Paesi del mondo. Lo facciamo per continuare a rifiutare il pinkwashing di Israele. Il programma di quest’anno si concentra sul lavoro di artist* queer, palestinesi o che sostengono la causa, attraverso i luoghi, la Palestina storica e la diaspora, le identità, le lunghezze, gli stili e i generi (doc-ibrido, sperimentale, fiction e animazione) per evidenziare la posizione dell’arte nella resistenza e nella lotta per la liberazione.

ṣumūd ġazāra è la rassegna di Ad Astra dedicata alla situazione della Palestina.
Abbiamo scelto film e collaborazioni che, speriamo, ci aiutino a fare chiarezza sulla situazione e che ci permettano di trovare un linguaggio comune sulle posizioni in merito a quanto sta accadendo.
Abbiamo accostato i due termini ṣumūd e ġazāra in maniera totalmente spontanea, come invito al dar la maggior voce possibile alla pratica resistente del popolo palestinese, precedente al genocidio in corso da parte dell’esercito israeliano.
Il termine ṣumūd vuol dire fermezza o perseveranza, ma anche resilienza o resistenza e viene spesso usato per rappresentare un valore culturale, un tema ideologico e una strategia politica palestinese emersa a seguito della Guerra dei Sei Giorni del 1967 tra il popolo palestinese come conseguenza della sua oppressione e della resistenza che ha ispirato.
L’etimo di ġazāra, invece, lo conosciamo bene e, nella sua traduzione italiana gazzarra lo abbiamo scelto come nome della nostra webradio nel 2012, e, dall’originale significato di mormorio, è passato a rappresentare una strepitosa dimostrazione di giubilo o fastidio, sottolineata da rumori percussivi e urla collettive.
Grafica by Federica Romani
Immagine di copertina del Palestinian Museum Digital Archive https://palarchive.org/